Scandicci, Abbazia di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo
Collocata nei pressi del fiume, ai confini fra Firenze e Lastra a Signa, fu fondata verso la fine del primo millennio dell’era cristiana su iniziativa della famiglia feudale dei conti Cadolingi, che nell’epoca romanica chiamarono i monaci cluniacensi dalla Francia. Nell’XI sec. vi fu la presenza dei Vallombrosani di S. Giovanni Gualberto e sotto il suo abbaziato si svolse la famosa “Prova del Fuoco” di Pietro Igneo (13 febbraio 1068). L’abbazia raggiunse il massimo splendore nei secoli XIII – XVII per opera dei monaci cistercensi provenienti da San Galgano di Siena. Da Settimo essi diffusero in tutta l’area fiorentina la loro conoscenza in ogni campo del sapere e dell’attività umana, secondo il più genuino stile benedettino, portando nella zona anche i primi tratti della nascente architettura gotica. Nel 1783, l’infausta soppressione operata dal Granduca Pietro Leopoldo, decretò lo smembramento in del complesso monumentale, l’esilio dei monaci, con la conseguente dispersione di un patrimonio artistico immenso. Attualmente il complesso ospita pregevoli opere d’arte, realizzate da alcuni dei più alti esponenti artistici di epoca rinascimentale e barocca di area toscana. Oltre alla chiesa, si visita il chiostro maggiore, le cappelle di San Jacopo e San Quintino, la Sagrestia con opere del Ghirlandaio, la Cripta, il Refettorio.